How filler words and tiny pauses keep conversations from going off the rails.
This precise clockwork dance that happens when people speak to each other is what N.J. Enfield, a professor of linguistics at the University of Sydney, calls the “conversation machine.” In his book How We Talk, he examines how conversational minutiae—filler words like “um” and “mm-hmm,” and pauses that are longer than 200 milliseconds—grease the wheels of this machine. In fact, he argues, these little “traffic signals” to some degree define human communication.
I hopped into the conversation machine with Enfield for a very meta chat about the big impacts of tiny words and pauses on human interaction.
Julie Beck: Can you explain what the “conversation machine” is and why it’s unique among animals?
N.J. Enfield: When we’re having a conversation, because of the entirely cooperative nature of language, we form a single unit. Certain social cognitions that humans have—the capacity to read other people’s intentions and the capacity to enter into true joint action—allow us to connect up to each other in interaction and ride along in this machine.
Traduzione
In che modo riempitivi e piccole pause impediscono che le conversazioni sfuggano di mano.
Questa azione, precisa come il meccanismo di un orologio, che si verifica quando le persone parlano tra di loro, è ciò che N.J. Enfield, professore di linguistica all’Università di Sydney, definisce la “macchina della conversazione”. Nel suo libro How We Talk, analizza il modo in cui le minuzie usate all’interno di una conversazione, riempitivi come “ehm” e “mm-hmm” e pause di durata superiore a 200 millisecondi, lubrifichino gli ingranaggi di questa macchina. Egli sostiene, infatti, che questi piccoli “semafori” definiscano in qualche modo la comunicazione umana.
Sono salita a bordo della macchina della conversazione insieme a Enfield per una chiacchierata specifica sul grande impatto che piccole parole e pause hanno sull’interazione umana.
Julie Beck: Può spiegare cosa sia la “macchina della conversazione” e per quale motivo sia unica tra gli animali?
N.J. Enfield: Quando conversiamo tendiamo a costruire singole unità, questo per via della natura perfettamente cooperativa del linguaggio. Alcune funzioni cognitive sociali degli esseri umani, quali la capacità di leggere le intenzioni di altre persone e la capacità di inserirsi in una reale azione congiunta, ci consentono di connetterci l’un l’altro nell’interazione e di pilotare insieme questa macchina.